4/12/2019                            L'Adige

Metà dei ragazzi delle superiori lascia palestre e campi.
LAdige 20191204TRENTO - A 16 anni il 49,1 per cento dei ragazzi delle superiori abbandonano la pratica sportiva. Un dato piuttosto allarmante, emerso nell'indagine condotta dalla Scuola regionale dello sport del Coni in collaborazione con il Dipartimento Istruzione e Cultura della Provincia. Sono soprattutto le ragazze, con una percentuale del 46,6 sul campione di 330 studenti degli istituti scolastici del Trentino a smettere di frequentare campi e palestre durante l'età scolare. Tra i maschi la percentuale scende al 24,4 per cento. Diventa quindi piuttosto importante riuscire a trovare a breve misure per evitare l'abbandono dell'attività sportiva da parte dei giovani. Su questo tema la classe dirigente dello sport trentino ha iniziato a discutere l'altra sera a Sanbàpolis in occasione del secondo Consiglio provinciale Coni 2019, convocato dalla presidente Paola Mora. La sala dedicata a Camillo Rusconi ha accolto l'assemblea formata da presidenti e delegati territoriali delle Federazioni assieme ai rappresentati delle Discipline sportive Associate, degli Enti di promozione sportiva, delle Associazioni Benemerite, dei tecnici e degli atleti. Un'occasione di confronto e verifica per il movimento sportivo provinciale chiamato con cadenza semestrale ad analizzare attività svolte, criticità e nuove prospettive in ambito locale. Alla presenza dell'assessore della Provincia Autonoma con delega allo sport, Roberto Failoni, e del professor Giuseppe Cosmi, coordinatore provinciale per l'educazione fisica, sono stati illustrati i risultati della ricerca «che - ha precisato il direttore della Scuola regionale dello Sport, Adriano Dell'Eva - ha un carattere prettamente esplorativo». «Il nostro obiettivo è stato quello di sondare il "clima motivazionale" che coinvolge i nostri ragazzi in un periodo così particolare, a metà strada tra fanciullezza e vita adulta. La scuola è senza dubbio nodo cruciale di una rete fatta di attività e relazioni. Questa istituzione può influenzare in maniera determinante l'approccio all'attività sportiva: favorirne la pratica ed allo stesso tempo l'abbandono precoce. L'ultima indagine statistica svolta nel 2017 su base nazionale dal Coni, conferma la vivacità del movimento sportivo giovanile nella fascia tra gli 8 ed i 13 anni. Tra i 18 ed i 35 anni si verifica, invece, un preoccupante calo fino alla ripresa in piena età adulta». C'è però un 10 per cento abbondante di ragazzi che non hanno mai preso in mano una palla, piuttosto che una racchetta da tennis o inforcato un paio di sci. Secondo la ricerca in valore assoluto sono calcio (per i maschi), pallavolo (per le femmine) e nuoto le discipline con un fenomeno di abbandono più elevato. Intervistando gli studenti è emerso che il 29,6 per cento di chi ha smesso l'ha fatto per impegni di studio; il 17,8% ha perso motivazioni, mentre il 10,7% ha spiegato di aver avuto problemi di approccio con l'allenatore. «Parliamo di numeri importanti, oggetto di dibattito ad ogni livello sportivo» ha spiegato la presidente Mora. «Lo sport giovanile ed il contrasto all'abbandono precoce è uno dei punti cardine della Giunta del Coni di Trento. Sviscerare questa dimensione non è cosa semplice perché è necessario unire le forze, coinvolgere non solo le istituzioni sportive, ma anche il mondo della politica e della scuola. Non possiamo permetterci che lo sport abbandoni la vita dei nostri ragazzi in un momento fondamentale per la loro crescita. Dai 14 ai 20 anni i giovani si "costruiscono", non solo fisicamente: diventano persone. Lo sport può e deve dare un contributo importante».

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