04/05/2020       L'Adige  

«Mesi di crescita andati in fumo» Lo stop e le preoccupazioni del tecnico Giuseppe Pavan

GIUSEPPE F. D'AMATO

Pavan ragazzi

ROVERETO - Come tutto il mondo dello sport, il pugilato sta vivendo un momento di stand-by delle proprie attività sperando in un futuro più roseo, quantomeno per una prossima ripresa.
A Rovereto, dopo un avvio convincente della società pugilistica, l'avvento del coronavirus ha messo in secondo piano l'inizio della stagione. Ne abbiamo parlato con Giuseppe Pavan , tecnico del New Athletic Team nella palestra della Baldresca: «Per fare un programma adeguato è indispensabile sapere quando si riprende. È fondamentale capire se sarà possibile riprendere anche a piccoli gruppi o a distanza, magari tenendo anche due metri tra un atleta e l'altro se necessario. Il tutto, magari, con lavoro specifico ai sacchi o esercizi a circuito per poter mantenere attivi i ragazzi. Dopo qualsiasi momento di sospensione è difficile ripartire: per gli atleti meglio allenati sarà forse più semplice, ma non penso lo stesso per i più piccoli. I mesi di crescita e formazione sono persi e spero che in futuro ci siano maggiori informazioni su come riprendere l'attività sportiva, rispettando tutte le norme in materia di contenimento dei contagi».
Come viene svolto il lavoro degli atleti ai tempi del virus?
«Io sono un amante delle lezioni frontali e rendo i miei allenamenti flessibili, in base a come reagiscono i ragazzi. È molto importante anche il loro feedback. In questi giorni, il lavoro viene svolto autonomamente a casa. Si tratta più che altro di esercizi di mantenimento fisico a corpo libero o attività al sacco per chi dispone a casa dell'attrezzatura con cui è possibile riprendere anche da un punto di vista tecnico. Stiamo anche pensando di provare degli allenamenti online, però è fondamentale avere un obiettivo. Un target è necessario per un programma, sennò è come muoversi senza una direzione precisa».
Per gli atleti è un momento particolare. Che idea si è fatto?
«Credo che la difficoltà maggiore sia a livello mentale, perché mentre la parte fisica si recupera, quella psicologica è più impegnativa. Se hai un programma definito e investi tanto tempo e sforzi e poi vedi tutto cancellato, ti rendi conto che hai perso tutto ciò per cui stavi lavorando. È un discorso che vale per una piccola realtà, così come per chi si è preparato per le Olimpiadi poi rinviate. Diventa tutto più complicato, perché c'è anche la questione del peso: fermandosi è facile aumentare di peso. Quando cambi categoria per aumento di peso, poi non è facile ritornare nella propria categoria di appartenenza. Si perde grasso, ma anche muscoli. Ecco perché uno dei principi fondamentali degli allenamenti è quello di non fermarsi mai, magari calare leggermente il ritmo, ma mai fermarsi. Tenendo conto del momento particolare che stiamo vivendo».
E a livello internazionale come sta sopravvivendo la boxe?
«Siamo stati travolti dagli eventi e si sta vivendo in un modo ovattato, senza sapere bene ciò che succede. Per quello che vedo, in tanti vivono il momento all'insegna dell'attesa e forse anche con un po' di confusione. Tuttavia, in Florida il 9 maggio si ripartirà con alcune riunioni organizzative di wrestling al quale seguirà la boxe».
Entrando nei panni di un atleta, quali sono le sensazioni principali?
«Mi immedesimo in chi vede il proprio lavoro sfumato per colpa della pandemia e per quegli atleti non più giovani che in futuro non è detto che abbiano le stesse opportunità di prima. Si cerca innanzitutto il mantenimento ed è forte lo shock sportivo avvertito in queste settimane, come aver preso uno schiaffo forte dal virus. Una precisazione: l'entusiasmo c'è. In questo mese ho svolto due sessioni d'aggiornamento alle quali c'è stata un'adesione importante da parte dei tecnici, arrivando a migliaia d'iscritti. C'è molta voglia di ripartire, consapevoli che il virus abbia oscurato la lenta ripresa del pugilato nel nostro paese e che il danno, oltre che economico, c'è anche da un punto di vista fisico. Sarà importante mantenere viva la fiammella dell'entusiasmo che c'è anche in un momento così delicato e ripartire, ovviamente, con la massima sicurezza».